Editoria: Carlo De Benedetti rivuole Gedi, Cir rifiuta

Lotta in famiglia per controllo L'Espresso, Repubblica e Stampa in calo di vendite e capitalizzazione. Padre Carlo accusa il figlio Rodolfo di "aver distrutto valore". Cairo: “Una mossa romantica".

Lotta intestina alla famiglia De Benedetti per un gruppo editoriale in costante calo di vendite e capitalizzazione (0,25 euro per azione). Carlo De Benedetti vuole infatti mettere le mani sul 29,9% di Gedi (che controlla tra le altre, le testate L’Espresso, La Repubblica, Mashable Italia).

“Credo che con passione, impegno, consenso e competenza, il Gruppo possa avere un futuro coerente con la sua grande storia“. Benedetti ha anche risposto alle critiche del figlio Rodolfo, dicendo di trovare “bizzarre” le sue dichiarazioni”.

“È lo stessa persona che ha trattato la vendita del Gruppo Espresso a Cattaneo e Marsaglia. La gestione sua e di suo fratello Marco hanno determinato il crollo del valore della azienda e la mancanza di qualsiasi prospettiva, concentrandosi esclusivamente sulla ricerca di un compratore visto che non hanno né competenza. Né passione per fare gli editori”.

Editoria, De Benedetti getta la spugna: presidenza di Gedi al figlio Marco

Secondo le prime stime il costo dell’operazione dovrebbe aggirarsi intorno ai 38 milioni di euro. Di una possibile cessione di Gedi si discute da qualche tempo, ma è la prima volta che viene fuori il nome di De Benedetti padre. Gedi era stata associata al gruppo del quotidiano francese Le Monde e a un gruppo di imprenditori tra cui Luca Cordero di Montezemolo.

Carlo De Benedetti accusa il figlio di aver distrutto il valore di Gedi

Carlo De Benedetti ha parlato in un’intervista concessa all’Ansa per replicare alle parole del figlio Rodolfo e accusarlo di “aver distrutto valore“. Rodolfo si era detto “profondamente amareggiato e sconcertato dall’iniziativa non sollecitata né concordata presa da mio padre e il cui unico risultato consiste nel creare un’inutile distrazione, della quale certo non si sentiva il bisogno”.

Attraverso la sua controllata al 99% SpA Romed, il padre ha presentato lo scorso 11 ottobre alla Cir un’offerta di acquisto cash del 29,9% delle azione Gedi Spa (Gruppo Espresso) al prezzo di chiusura di giovedì, e cioè euro 0,25 ad azione. Lo fa sapere all’ANSA lo stesso Carlo De Benedetti.

“Questa mia iniziativa è volta a rilanciare il Gruppo al quale sono stato associato per lunga parte della mia vita e che ho presieduto per dieci anni, promuovendone le straordinarie potenzialità”, scrive De Benedetti nella lettera che accompagna l’offerta di acquisto delle azioni.

“È chiaro che conoscendo bene il settore, mi sono note le prospettive difficili, ma credo che con passione, impegno, consenso e competenza, il Gruppo possa avere un futuro coerente con la sua grande storia”.

Nella lettera firmata dal presidente del consiglio di amministrazione di Romed, Luigi Nani, che contiene l”offerta irrevocabile’ per l’acquisto delle azioni Gedi, si legge che “l’esatto quantitativo dovrà essere determinato tenendo conto delle azioni costituenti il capitale sociale e di quelle che eventualmente lo costituiranno in funzione di stock option o altre operazioni sulle azioni”.

Offerta irrevocabile di Carlo De Benedetti respinta da Cir

L’offerta non è condizionata all’espletamento di alcuna due diligence, “ferma restando la garanzia sui bilanci e sulle situazioni infrannuali pubblicati”. L’offerta irrevocabile – si legge sempre nella lettera – è subordinata alle delle condizioni:

  • che i componenti il consiglio di amministrazione di Gedi di nomina Cir rassegnino le proprie dimissioni entro due giorni lavorativi dal trasferimento delle azioni oggetto della presente offerta alla nostra società, ad eccezione dell’ing. John Philip Elkann e del dr. Carlo Perrone che potranno mantenere le attuali cariche e gli attuali poteri
  • e che, per le residue azioni che resteranno di sua proprietà, Cir si impegni a distribuirle ai propri soci (ovvero ai soci della società riveniente dalla fusione COFIDE/Cir) entro un anno dal trasferimento delle azioni oggetto della presente offerta alla nostra società.

“Vi saremo grati – conclude la lettera – se vorrete sottoporre la nostra proposta al vostro prossimo consiglio di amministrazione, rimanendo la presente offerta irrevocabile efficace fino al termine del secondo giorno di Borsa aperta successivo alla data dello stesso”.

Nel negare a De Benedetti la possibilità di risalire al comando del gruppo, Cir ha spiegato in una nota che l’offerta è “manifestamente irricevibile in quanto del tutto inadeguata a riconoscere a CIR e a tutti gli azionisti il reale valore della partecipazione e ad assicurare prospettive sostenibili di lungo termine a GEDI S.p.A”.

L’offerta avanzata da Carlo De Benedetti per riacquistare il 29,9% di Gedi “mi è piaciuta, mi sembrava una cosa bella che avesse la voglia di tornare ad una seconda giovinezza”, ma “non so tutti i passaggi e non voglio entrare in quelle che sono le vicende del gruppo Gedi”.

Così Urbano Cairo, numero uno di Rcs, ha commentato l’offerta avanzata da De Benedetti e rigettata da Cir. A margine del 20esimo Premio Cairo, il top manager ha inoltre sottolineato che “si tratta di una mossa romantica di una persona che ama l’editoria, ama Repubblica e ama i giornali del gruppo Gedi”.

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