Fmi: Italia, per risanare conti, tassare ricchezza e patrimoniale su immobili

Abbassare le aliquote fiscali sui fattori produttivi, spostare il carico fiscale verso la ricchezza, la proprietà e il consumo.

Tassa patrimoniale sui patrimoni dei grandi ricchi e tassazione delle famiglie ad alto reddito. Ecco la ricetta del Fondo Monetario Internazionale per l’Italia, affinche’ il nostro paese raggiunga l’obiettivo del risanamento dei conti pubblici. Anche per evitare scenari pericolosi, in quanto – secondo l’Istituto diretto da Christine Lagarde – “sono  aumentati i rischi per la stabilità finanziaria”. 

La priorità per il nostro Paese è il risanamento dei conti pubblici. Ne è convinto il Fondo Monetario che nel suo Fiscal Monitor sottolinea che in cima alla lista delle cose da fare ci “dovrebbe essere l’avvio di un consolidamento fiscale credibile e ambizioso per porre il debito su un solido percorso discendente”. La base di questo processo dovrebbe essere – aggiunge il fondo – “il taglio della spesa primaria corrente, ll sostegno alle fasce più deboli, l’aumento degli investimenti e la riduzione del carico fiscale sul lavoro, con un ampliamento della base imponibile e uno spostamento” verso la tassazione delle ricchezze e degli immobili e dei consumi.

Nel dettaglio, i tecnici di Washington stimano che il rapporto tra debito e Pil nel nostro Paese calerà al 129,7% nel 2018 e al 127,5% nel 20120, per poi scemare ulteriormente fino al 116,6% nel 2023. Il rapporto tra deficit Pil è invece previsto scendere all’1,6% quest’anno e allo 0,9% il prossimo, fino al raggiungimento del pareggio fissato al 2021. L’avanzo primario salirà all’1,9% nel 2018 e al 2,5% nel 2019, con la spesa pubblica che si ridurrà al 48,2% quest’anno per poi risalire al 48,4% il prossimo e le entrate che passeranno dal 46,7 al 47,5%.

L’istituto si sofferma a lungo sui rischi che incombono sull’economia mondiale, aumentati nel breve e medio termine. “Con le banche centrali che continuano a normalizzare la loro politica monetaria, le debolezze finanziarie lasciano intravedere una strada piena di insidie”, che potrebbe mettere in pericolo la crescita, scrive il fondo invitando a “investitori e politici” a prendere consapevolezza dei rischi associati all’aumento dei tassi di interesse dopo anni di basso costo del denaro e bassa volatilità. La politica monetaria accomodante ha in qualche modo favorito squilibri finanziari ed eccessive prese di rischio, innescando una caccia ai rendimenti.

Ora sta alle autorità “assicurare che la strada della normalizzazione sia dolce” spiega il Fmi guardando ai mercati finanziari che scommettono su rialzo graduale dei tassi di interesse, ma rischiano di essere colti alla sprovvista da un aumento a sorpresa dell’inflazione. “Un aumento più veloce” delle attese dei tassi di interesse negli Stati Uniti a causa di un’accelerazione dell’inflazione rischia di tradursi in una “stretta delle condizioni finanziarie globali” mette in evidenza il Fondo. In questo contesto la Bce, “non avanti come la Fed nel processo di normalizzazione, potrebbe essere costretta a rispondere” con ulteriori misure accomodanti.

Il Fmi invita quindi le autorità e i partecipanti al mercato a non “compiacersi e a essere consapevoli del rischio di un’elevata volatilità” che si manifesta in modo Dall’istituto è arrivato anche un avvertimento sul tema delle criptovalute. Al momento, si spiega, hanno “dimensioni limitate” pari a circa il 3% dei bilanci congiunti delle banche centrali del G4, e “attualmente comportano pochi rischi per la stabilità finanziaria, ma potrebbero comportare rischi maggiori in futuro”. “Alcune delle tecnologie alla base dei cripto-asset potrebbero rendere più efficiente l’infrastruttura del mercato finanziario, come i sistemi di pagamento”, anche se, precisa il rapporto che invita a rafforzare la vigilanza, “i beni virtuali sono stati anche colpiti da frodi, violazioni della sicurezza e guasti operativi”.

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L’Italia dovrebbe avere come “priorità” l’avvio di “un consolidamento di bilancio credibile e ambizioso, basato sul taglio della spesa primaria corrente”, per ridurre in maniera consistente il debito pubblico.

E’ quanto suggerisce il Fondo monetario internazionale nel ‘Fiscal Monitor’, il documento con cui l’organismo di Washington fa il punto sullo stato delle finanze pubbliche delle principali economie mondiali.

Tale processo di contenimento della spesa primaria corrente, prosegue il Fondo, dovrebbe essere accompagnato da “misure di supporto alle fasce più deboli, dall’aumento della spesa per investimenti, dall’abbassamento delle aliquote fiscali sui fattori produttivi, dallo spostamento del carico fiscale verso la ricchezza, la proprietà e il consumo, oltre che da un allargamento della base fiscale”.

In particolare, essendo l’Italia — come Germania e Giappone — un’economia avanzata alle prese con un trend di invecchiamento della popolazione, “la spesa pubblica dovrebbe puntare a espandere la forza lavoro, aumentare l’accesso alla formazione professionale e incrementare il tasso di partecipazione della componente femminile”, per esempio tramite maggiori erogazioni per l’assistenza a bambini e anziani, scrivono gli esperti Fmi.

Stando alle stime del Fondo che, in attesa di un nuovo governo, si basano sulla nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza pubblica di settembre, quest’anno il debito dovrebbe scendere a 129,7% del Pil, poi a 127,5% nel 2019.

Per quanto riguarda il deficit/Pil, il Fondo ritiene possa scendere a 1,6% quest’anno e 0,9% il prossimo, arrivando al pareggio di bilancio nel 2021.

L’Italia ha archiviato il 2017 con un rapporto deficit/Pil pari a 2,3% e un debito/Pil 131,8%, secondo l’ultima lettura Istat che tiene conto dell’impatto del salvataggio delle banche venete e del Monte dei Paschi, mentre nelle tabelle del Fondo sono inserite ancora le stime Istat precedenti (1,9% e 131,5%).

Infine secondo il Fondo se la clausola di salvaguardia sull’aumento dell’Iva sarà cancellata, come programmato dall’ultimo governo ancora in carica per gli affari correnti, la politica di bilancio — in assenza di altre misure — resterebbe “ampiamente neutra” quest’anno. (Reuters)

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