Dieci anni di galera a Zonin per il crac Popolare di Vicenza – VIDEO INTEGRALE

Concluso il processo sul più grande scandalo bancario italiano. Sia in termini di correntisti truffati (120.000) sia di soldi andati in fumo. "Mai una condanna così pesante chiesta in Italia", dice Letizia Giorgianni (foto) presidente dell’associazione ‘Vittime del Salvabanche’.

(WSC) VICENZA – La condanna a dieci anni di reclusione per l’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin è stata chiesta da Luigi Salvadori, pubblico ministero della procura della città veneta nell’ambito del processo per il crack dell’istituto.

Per gli altri imputati le richieste vanno dagli 8 anni e 6 mesi, per gli ex vice direttori generali Emanuele Giustini e Paolo Marin, di 8 anni e 2 mesi per l’ex consigliere Gianmarco Zigliotto, e 8 anni per l’ex vice dg Andrea Piazzetta.

Il procedimento giudiziario vede gli imputati accusati a vario titolo di aggiotaggio, ostacolo all’autorità di vigilanza e falso in prospetto.

Circa 120mila i soci che hanno visto l’azzeramento del valore delle azioni in loro possesso dell’istituto di credito veneto. La Banca Popolare di Vicenza aveva acquisito un rilevante ruolo nel credito toscano avendo acquisito da fine 2002 CariPrato all’epoca controllata dal Monte dei Paschi di Siena.

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“Siamo molto soddisfatti. Ottima è stata la strategia della procura che ha puntato sull’accusa di falso in prospetto, consentendo così di formulare richieste di pene e risarcimenti elevati. Finalmente è stato tolto un velo di ipocrisia e mi riferisco anche alla difesa messa in atto nei confronti di Zonin, che ha provato a sostenere la tesi dell’ex patron che non sapesse nulla sulla gestione dei fondi. Molto bene, davvero”.

L’avvocato dei correntisti: “Soddisfatti”

Lo dice l’avvocato Matteo Moschini, difensore dei risparmiatori Bpvi, commentando le richieste avanzate ieri dal pm Luigi Salvadori per gli imputati nel processo per il crac dell’istituto di credito di Vicenza.

“Lo stato d’animo dei miei assistiti è provato – dice  – da un lato c’è l’aspetto positivo visto il trattamento mediatico e la risonanza avuta, dall’altro è stata incentivata la situazione di prostrazione dei risparmiatori. Con le richieste del pm tornano speranza e sorriso. Si è riaccesa la fiducia. Adesso l’augurio è che seguano condanne altrettanto esemplari da parte del Tribunale”.

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“Quello della Banca Popolare di Vicenza – conclude – è stato il più grande crac sia in termini di risparmiatori danneggiati, sia di somme andate in fumo. E quella dell’ex patron Zonin è la richiesta di pena più grande mai elevata. Ci auguriamo ora pene severe e che tutti vengano condannati”.

Giorgianni: “Condanna record per Zonin”

“Una condanna così pesante come quella richiesta per Zonin non era mai stata avanzata prima in Italia per crac finanziari. Evidentemente qualcosa anche da noi sta cambiando, e il lavoro delle associazioni di risparmiatori ha contribuito a sensibilizzare maggiormente sul disastro finanziario provocato da manager incapaci, che indisturbati, mandano sul lastrico migliaia di risparmiatori”. Lo ha detto all’Adnkronos Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione ‘Vittime del Salvabanche’ (foto sotto).

Letizia Giorgianni

“Bisogna comunque tenere conto che i magistrati arrivano solo dopo che il danno è stato fatto. E’ sicuramente confortante per i risparmiatori ingannati e mandati sul lastrico dalla condotta di questi manager sapere che giustizia sarà fatta, ma sarebbe ancora più importante per loro prevenire questi disastri”, prosegue Giorgianni. “Questi danni possono essere impediti solo grazie all’efficienza degli organi di vigilanza, che invece, come sappiamo, non sono riusciti ad impedire queste crisi bancarie”, aggiunge.

>>> Archivio su Zonin e Popolare di Vicenza

“La richiesta di condanna per Zonin – ricorda ancora l’avvocato – arriva dopo un anno e mezzo rispetto a Banca Etruria, dove abbiamo già una sentenza di condanna in primo grado a cinque anni. Una pena inferiore perché gli imputati hanno chiesto il rito abbreviato per bancarotta fraudolenta per il presidente Fornasari, l’equivalente di Zonin, e per il direttore generale. Altro discorso invece per CariChieti e CariFerrara, dove non si comprende se le procure si siano mosse o meno”, conclude Giorgianni.

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2 commenti

  1.   

    Ok ma cosa ***** han mai visto gli ISPETTORI. Son troppi i casi  di banche andate a ramengo e troppi i funzionari di banchitalia andati a fare i dirigenti, direttori ecc nelle banche . Conflitti fi interesse? E quanto mai. 

    Originariamente inviato da peter pan: Senza contare i suicidi che ci furono all’epoca dei fallimenti di tutte queste banche, vittime del pressapochismo di dirigenti come minimo incapaci non di volere, anzi, ma di “vedere”. Io li avrei inquisiti anche per omicidio legato ai suicidi… Se dico una cosa del genere è perchè io non in questi ma in altri casi, come Ispettore (con la I maiuscola) di casi del genere ne ho visti parecchi…

     

  2.   

    Senza contare i suicidi che ci furono all’epoca dei fallimenti di tutte queste banche, vittime del pressapochismo di dirigenti come minimo incapaci non di volere, anzi, ma di “vedere”. Io li avrei inquisiti anche per omicidio legato ai suicidi…
    Se dico una cosa del genere è perchè io non in questi ma in altri casi, come Ispettore (con la I maiuscola) di casi del genere ne ho visti parecchi…