Per curare l’Italia dal virus economico c’è un tesoretto da 10mila miliardi

Il paese ha una leva finanziaria da utilizzare per scongiurare la recessione: il risparmio. Va stimolato l’acquisto immettendo una quota della “ricchezza” nell'economia reale.

Di Alberto Branchetti

Stiamo iniziando a testare l’impatto di una malattia contagiosa sull’economia.

Sono necessarie “azioni” dirette a limitare il virus economico che impatta direttamente o indirettamente sulle aziende e i cittadini. La chiusura di uffici, negozi e attività produttive è sotto i nostri occhi, tuttavia i cambiamenti che si produrranno sull’economia e la finanza oggi non è chiaramente visibile e neppure misurabile.

La diminuzione del “movimento” dei cittadini all’interno del Paese, da e verso l’Italia determinerà un crollo del Pil di quest’anno ma anche prevedibilmente anche del prossimo.

I settori produttivi, commerciali e del terziario che subiranno direttamente o indirettamente perdita di quote di fatturato sono a catena tutti, nessuno sarà esente.

Questi effetti si avranno a breve e medio termine, a lungo termine si “apprezzerà” la diminuzione del sentiment globale riferito all’immagine Italia. Questo sarà il danno più importante che subiremo. perché per ricostruire la solidità dell’immagine necessiteranno molti anni, e nulla sarà come prima.

Focalizzando l’attuale situazione potremmo ipotizzare una necessità a breve di molti miliardi di euro, miliardi che l’Italia non possiede.

La ricerca “politica” di un aumento della flessibilità ovvero del debito pubblico risulterebbe fortemente penalizzante per i prossimi anni. In quanto accumulare nuovo debito non risolverebbe definitivamente i problemi dell’economia Italiana, ma certamente precluderebbe la possibilità di interventi futuri.

L’Europa intesa come Comunità Europea e Bce non metteranno a disposizione dell’Italia liquidità a “fondo perduto”, le regole comunitarie non lo prevedono.

Dobbiamo anche considerare che a causa del blocco degli incontri tra imprenditori ed operatori economici molte commesse artigianali industriali e commerciali non si potranno concretizzare, questo è il rischio maggiore per l’economia.

Molti operatori esteri non verranno in Italia per fare affari e altrettanti operatori economici italiani non avranno la possibilità di muoversi a livello globale.

Italia ha un tesoretto da 10mila miliardi

Senza contatti personali non si chiudono contratti di nessun genere senza la contrattualità non esiste produzione e commercio. Dovremo pensare e valutare anche l’impatto sul sistema bancario e finanziario che non sarà esente da un forte e diretto coinvolgimento.

Attualmente, a mio parere, necessitano diverse e molteplici azioni economico-finanziarie per contenere la congiuntura economica negativa. Tuttavia l’Italia ha una leva finanziaria da utilizzare, il risparmio.

Si tratterebbe di intraprendere immediatamente azioni che indirizzino i risparmiatori a migliorare il loro tenore di vita acquistando beni mobili, immobili e servizi. Il risparmio da fonti ISTAT 2019 si attesta attorno ai 10.000 miliardi, questo è un fatto.

L’azione che la politica potrebbe intraprendere è di stimolare l’acquisto immettendo una quota della “ricchezza” nell’economia reale. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto riducendo l’IVA al 10% e la tassazione al 15%. Per le aziende che venissero ad investire nel nostro paese potrebbero essere previsti 5 anni di free tax e 5 anni di tassazione fissa al 5%. Inoltre è da valutare l’opzione di togliere la limitazione alla circolazione del denaro contante, come avviene in altri Paesi UE ed utilizzare altri strumenti per il contrasto al riciclaggio e l’economia sommersa.

Queste azioni per essere efficaci hanno bisogno di una data di inizio e soprattutto un termine.

Come scongiurare la recessione

Le “supponibili” minori entrate di IVA e tasse potrà realizzarsi comunque a causa della forte contrazione del Pil che a mio avviso potrebbe arrivare anche all’1% in mancanza di decisioni economiche. Provocando ovviamente anche un’aumento significativo della disoccupazione.

Mentre trasferendo denaro dal risparmio all’economia reale con modalità efficaci e dirette il paese non entrerà in una recessione anomala.

Recessione anomala perché se non verranno intraprese azioni economiche forti saranno distrutti i flussi di danaro che collegano le imprese i cittadini ed il sistema finanziario. Strade nelle quali “cammina” il danaro che se verranno cancellate non sarà mai possibile ripristinare.

La situazione economico-finanziaria in cui si trova oggi l’Italia a causa del virus non è mai stata valutata da nessuno studio economico o macro. Si tratta di un cambiamento repentino del modo di vivere dei cittadini. Cambierà il modo di muoversi, di confrontarsi e interagire tra famiglie, comunità e aziende Italiane e soprattutto tra queste è il resto del mondo.

La velocità d’azione a livello economico-finanziario con provvedimenti strategici, incisivi ed economicamente misurabili è la più intelligente risposta per non compromettere il “sistema Italia”.

Designer visionario esperto di macroeconomia

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