Guerra e valute: la Cina sta riducendo gli asset in titoli del Tesoro americano

Pechino ha già venduto bond statunitensi per un valore di oltre $109 miliardi nella prima metà del 2020. E il lancio dello yuan digitale è un passo per contrastare il dominio globale del dollaro USA.

(WSC) PECHINO – La Cina potrebbe ridurre gradualmente le sue disponibilità in titoli del Tesoro USA a circa $800 miliardi dall’attuale livello di oltre $1 trilione, poiché il crescente deficit federale degli Stati Uniti aumenta i rischi di insolvenza e l’amministrazione Trump continua il suo attacco violento alla Cina.

La Cina, il secondo più grande detentore al mondo di debiti statunitensi, negli ultimi anni ha sistematicamente ma risolutamente ridotto le sue disponibilità in obbligazioni statunitensi.

Nei primi sei mesi di quest’anno, la Cina ha scaricato circa $106 miliardi di buoni del tesoro statunitensi. Su base annua, le partecipazioni cinesi di obbligazioni statunitensi sono diminuite di circa il 3,4% alla fine di giugno.

“La Cina ridurrà gradualmente i suoi titoli di debito statunitensi a circa $800 miliardi in circostanze normali. Ma ovviamente, la Cina potrebbe vendere tutte le sue obbligazioni statunitensi in casi estremi, come nel caso di un conflitto militare”, ha detto al Global Times Xi Junyang, professore all’Università di Shanghai di Finance and Economics.

Uno dei motivi della vendita di obbligazioni risiede nel fatto che Pechino è sempre più preoccupata per i potenziali rischi dietro l’aumento del livello del debito negli Stati Uniti.

L’ufficio del bilancio del Congresso degli Stati Uniti ha dichiarato che l’importo del debito emesso dal governo degli Stati Uniti ammonterà a circa il 98% del PIL degli Stati Uniti quest’anno, un livello non visto dalla fine della seconda guerra mondiale e ben al di sopra del livello di sicurezza riconosciuto a livello internazionale sulla linea del 60% del PIL (l’Italia è attualmente oltre il 160%, il secondo più alto livello del mondo).

Si prevede, stando alle stime del consensus degli economisti, che il deficit federale USA supererà le dimensioni dell’economia statunitense nel 2021.

Zhou Maohua, analista della Everbright Bank, ha affermato che, sebbene gli Stati Uniti non siano mai stati inadempienti sui propri debiti federali, è improbabile che i titoli del Tesoro USA siano oggetto di dumping a breve termine e i detentori di tali obbligazioni, compresa la Cina, debbano affrontare rischi di insolvenza crescenti a lungo termine.

“Non essere stati inadempienti prima non significa però che non andranno in default in futuro, e i rischi si stanno accumulando con i debiti in aumento e le prospettive economiche in calo negli Stati Uniti”, ha scritto l’analista della Everbright Bank.

D’altra parte, l’aumento del debito degli Stati Uniti nel pieno dell’attuale grande recessione spingerà la Federal Reserve  ad aggrapparsi a una politica monetaria molto accomodante per stimolare l’economia e aumentare le tasse.

“Ciò farà diminuire i rendimenti del dollaro USA, rendendo gli asset meno attraenti per i detentori di obbligazioni, compresa la Cina”, ha affermato Zhou.

“A lungo termine, molti paesi diversificheranno le loro attività di riserva in valuta estera per diminuire la dipendenza dalle attività in dollari USA, mentre cercano di minimizzare i rischi causati dall’aumento del debito statunitense e dal suo passaggio al protezionismo”, ha aggiunto l’analista.

Xi Jinping ha anche annunciato che la Cina taglierà le sue partecipazioni in obbligazioni statunitensi se gli Stati Uniti si muoveranno per sanzionare finanziariamente il paese, come ad esempio tagliar fuori la Cina continentale o Hong Kong dal sistema di pagamento in dollari USA, chiamato SWIFT (la clearung house internazionale con sede in Belgio).

Il report aggiunge che molti altri paesi potrebbero diversificare le proprie attività di riserva in valuta estera per diminuire la dipendenza dalle attività in dollari USA. Ciò nella speranza di ridurre al minimo i potenziali rischi causati dal debito degli Stati Uniti.

C’è poi il fattore dell’imminente lancio dello yuan digitale della Cina, che potrebbe essere in futuro un concorrente del dollaro, nelle intenzioni di Pechino. Ufficialmente chiamato ‘pagamento elettronico in valuta digitale’, aumenterà di fatto l’accessibilità e la valenza internazionale dello yuan, aumentando il volume del commercio internazionale e smistandolo sul suo sistema interamente digitale.

Gli esperti cinesi hanno già affermato che nel lungo termine lo yuan digitale potrebbe intaccare lo status del dollaro USA come valuta di riserva mondiale. Ma prima di scalzare il greenback, come ovvio passeranno decenni.

Fonte: Global Times

 

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1 commento

  1.   

    Il debito degli StatiUniti, stante la possibilità di “stampare” è lievitato non male negli ultimi quattro anni e il Covid19 ha accentuato il fenomeno. Si parla di emettere bonds per 2000 miliardi come fossero noccioline ma alla fine, comnunque, è un debito che deve essere ripagato e se a questo si aggiungono idebiti degli americani (mutui, debiti universitari, carte di credito, ecc.) penso si dovrebbe rifletterci sopra…
    Io capisco poco o niente di debiti degli Stati, so solo che l’Italia è in ottima compagnia. Mal comune mezzo gaudio? Mica tanto!