Petrolio, Putin rompe il fronte arabo Opec, Russia fa gioco a sè

Mosca sfrutta un vantaggio competitivo - accumulato a causa delle sanzioni occidentali - per creare qualche affanno a chi invece potrebbe essere in difficoltà.

Come si può spiegare la resistenza della Russia agli ulteriori tagli della produzione di petrolio? Ieri il «niet» di Mosca ha fatto precipitare le quotazioni del barile, e soprattutto ha fatto traballare (per adesso non ancora cadere) il sistema Opec+, che negli ultimi anni aveva garantito una certa stabilità al mercato ripartendo sulle spalle di tutti i Petro-Stati (Usa esclusi) l’onere di non far precipitare i prezzi.

Secondo qualche osservatore, la Russia potrebbe ora permettersi di non cedere sui livelli di produzione a causa delle misure di austerità prese da Vladimir Putin negli anni scorsi, come risposta alle sanzioni occidentali.

Mosca respinge la proposta dei paesi Opec di un taglio di altri 1,5 milioni di barili al giorno

I tagli di spesa, gli incassi in valuta pregiata dovuti alle maggiori esportazioni (frutto anche della debolezza del rublo) farebbero sì che ora Mosca possa contare su un debito ridotto, su ingenti riserve valutarie (le quarte al mondo) e, soprattutto, abbia abbassato il suo «prezzo di equilibrio» del barile intorno ai 50 dollari.

«Prezzo di equilibrio» dimezzato

Fino a quel livello di prezzo (e di incassi) il budget russo sarà insomma coperto e la macchina dello Stato potrà funzionare senza problemi finanziari. Solo sei anni fa era superiore ai 100 dollari, e anche oggi, ad esempio, l’Arabia Saudita viaggerebbe intorno ai 90 dollari.

Oil plunges as Opec output cut talks with Russia collapse

Insomma, Mosca potrebbe aver deciso di sfruttare questo vantaggio competitivo — accumulato, ironicamente, a causa delle sanzioni occidentali — per creare qualche affanno a chi invece potrebbe essere in difficoltà.

E per incrementare ulteriormente il suo peso «politico». Non solo nei confronti dell’Arabia Saudita, suo alleato nell’energia e rivale sullo scacchiere mediorientale.

Ma anche rispetto agli Stati Uniti dei produttori «shale»: un livello troppo basso del barile potrebbe procurare anche a loro qualche tensione.

Fonte: Corriere della Sera

Prince Abdulaziz bin Salman Al-Saud, Minister of Energy of Saudi Arabia arrives for the 178th meeting of the Organization of Petroleum Exporting Countries (OPEC) in Vienna, Austria, on March 6, 2020. - All eyes are on Russia at the gathering of OPEC countries and their allies, with the cartel hoping to convince Moscow to back drastic production cuts to counter the effects of the coronavirus outbreak. (Photo by ALEX HALADA / AFP) (Photo by ALEX HALADA/AFP via Getty Images)

Prince Abdulaziz bin Salman, Saudi energy minister, arrives at the Opec meeting on Friday © AFP via Getty Images

Tag

Partecipa alla discussione