Nasdaq, deflussi record: potrebbe perdere un ulteriore 20% da qui

Morgan Stanley, Barclays, Nuveen e altri gestori avvertono che l'indice si è spinto troppo in là e ora rischia di bucare al ribasso la media a 200 giorni.

(WSC) LONDRA – Altre due grandi banche internazionali lanciano il campanello d’allarme sull’azionario statunitense, esprimendo pessimismo sull’andamento del Nasdaq nei prossimi mesi. L’indice dei tecnologici, vero e proprio driver del rally azionario nell’ultimo periodo, ha raggiunto prezzi sopravvalutati e la compiacenza eccessiva degli investitori non è ancora scontata nei prezzi si Borsa, secondo gli analisti.

Rilevando un deterioramento degli aspetti tecnici, Morgan Stanley è convinta che la fase di cali vista sin qui a settembre sia solo “a metà strada”, mentre qualche giorno fa Barclays, citando livelli troppo elevati in Borsa rispetto al valore reale dei gruppi quotati, ha declassato il settore hi-tech mega-capitalizzato (tra cui i cosiddetti FAANG) a market weight.

Ci sono alternative valide ai titoli più noti nel panorama tech, ma potrebbe non essere il momento propizio per buttarsi a capofitto nel comparto. La banca americana, che già un mese fa aveva messo in guardia sulla mini-bolla tecnologica, ha osservato che il Nasdaq corre il rischio di bucare al ribasso la media a 200 giorni (che si trova a quota 9.528 punti).

Se così fosse, vorrebbe dire che il paniere scenderà di un altro 12% rispetto ai livelli attuali. Si tratterebbe di una perdita del 23% dai massimi di tutti i tempi a quota 12.421 punti. Una volta violata tale soglia, il computo negativo finale della nuova fase potrebbe essere di anche il -20%.

Nasdaq, posizioni ribassiste ai massimi dal 2012

In ribasso del 13% dal picco toccato il 2 settembre, il paniere composito è sceso sotto la media a 50 giorni e sta facendo peggio dell’indice allargato S&P 500 per la prima volta nel 2020. Nuovi cali si profilano all’orizzonte, secondo Mike Wilson, chief US strategy per l’azionario di Morgan Stanley. Anche i maggiori gestori Usa temono che la corsa sia giunta al capolinea e che sia preferibile puntare su titoli e settori più ciclici.

In una nota ai clienti lo strategist sottolinea che “le vendite non sono ancora riuscite a cancellare quel falso sentimento positivo sorto negli ultimi mesi durante la storica corsa” del Nasdaq. “Questo capita quando il mercato si spinge troppo in là”. Quando si iscrivono all’interno di un movimento al rialzo, si sa, le fasi di correzioni possono essere violente.

È da tre settimane che il Nasdaq 100 e l’ETF a esso collegato sono in calo. Era dal 2000 che l’ETF hi-tech non perdeva tanto terreno. Sul Nasdaq le posizioni ribassiste nette dei grandi speculatori sono ai massimi di 12 anni. Nonostante questo il Nasdaq, che sta per archiviare il peggior mese dal 2008, è ancora in rialzo del 24% da inizio anno. L’S&P 500, in confronto, ha guadagnato meno dell’1%. Una ragione in più per diffidare, dicono gli strategist.

ETF hi-tech: investitori stanno abbandonando posizioni

I fondi hedge sono invece ancora decisamente lunghi sui titoli tech e growth. Questo non è buon segno secondo Wilson ed è, anzi, indice di volatilità in agguato. Al primo segnale negativo i fondi speculativi potrebbero svendere e a quel punto le perdite si farebbero pesanti.

Il fondo quotato in borsa di Invesco “QQQQ Trust Series 1” (QQQ) da 122 miliardi di dollari ha subito il più grande deflusso giornaliero dall’ottobre del 2000. L’ETF legato al Nasdaq ha perso quasi 3,5 miliardi di dollari venerdì, secondo i dati raccolti da Bloomberg. Invesco ci ha perso giocoforza un bel po’ di soldi.

“C’è più che altro il timore che nei mercati azionari i prezzi non rispecchino il valore reale”, commenta Brian Nick, chief investment strategist di Nuveen. “È questo il ripiegamento cui stiamo assistendo e che interessa soprattutto i titoli con le valutazioni più alte“.

Mentre il settore hi-tech è in difficoltà, i settori che hanno sofferto di più durante i mesi di lockdown negli Stati Uniti, come industriali e trasporti, si stanno rifacendo sotto. La settimana scorsa il fondo comune Industrial Select Sector SPDR (XLI) di State Street ha registrato il suo miglior risultato di flussi in entrata settimanali da giugno. Nello stesso periodo il fondo Technology Select Sector SPDR (XLK) ha avuto il peggiore risultato da gennaio.

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