L’oro tedesco di cui stiamo parlando è depositato presso la FED di New York, un istituto di proprietà e sotto il controllo delle banche-di-Wall-Street, in un paese, il cui attuale presidente considera una imposizione che la legge ed i cosiddetti giudici gli dicano quello che lui – il Presidente – ha il permesso di fare e quello che non ha il permesso di fare.

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Non voglio criticare la Bundesbank perché il 37% della riserva ufficiale dell’oro della Germania è conservato in un luogo di cui non ha nessun controllo. Sembra chiaro che la DB abbia fatto delle dure negoziazioni con gli Stati Uniti e che abbia agito con una certa astuzia. La posizione negoziale è molto migliorata rispetto al 2012, quando fu pubblicata una relazione della Corte dei conti tedesca, molto critica sulle condizioni in cui era conservato l’oro tedesco a New York. Questa relazione provocò forti pressioni pubbliche e politiche sulla Bundesbank, che si impegnò a rinegoziare per far rientrare l’oro da New York. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti non potevano permettersi di snobbare questa richiesta, per le tante speculazioni, anche negli Stati Uniti, che lasciavano intravedere che qualcosa non andava con le riserve auree USA e con quelle di altri paesi del mondo custodite nel Paese.

Il modo in cui l’oro ufficiale degli Stati Uniti, e l’oro tenuto in custodia per conto di altri paesi – che è fuori da ogni controllo dello stato e dei suoi proprietari – dà adito a qualsiasi teoria di complotti e complottisti. Il fatto che la FED di New York abbia rifiutato di permettere che una banca centrale estera, soggetta a tali pressioni, potesse recuperare un po’ del suo oro, ha dato spazio a queste teorie del complotto intorno all’oro-ufficiale, facendole allargare tanto da danneggiare la fiducia nel dollaro.

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Raggiungere un accordo non è stato apparentemente facile. Prima, la Bundesbank ha annunciato un piano di delocalizzazione nei prossimi tre anni e poi, poco dopo, lo ha cambiato con un altro che concedeva tempo fino al 2020 per completare le delocalizzazioni previste. Prima hanno detto che avrebbero sottoposto la relazione alla Corte dei Conti, poi non l’hanno più fatto. Non ci si sarebbe aspettati questo genere di comportamento se la storia semi-ufficiale (di fonti anonime) fosse vera, e cioè che la Bundesbank avrebbe dovuto dire quanto oro e quando doveva esserle consegnato dalla FED, senza fare altre domande.

Poi arrivano gli olandesi

Secondo il suo (secondo) piano di trasferimento dell’oro, presentato nei primi mesi del 2013, la Bundesbank riporterà la metà delle riserve auree della Germania nei sotterranei di Francoforte nel 2020. Questo prevede un trasferimento a Francoforte sul Meno di 300 tonnellate d’oro da New York e di 283 tonnellate di oro da Parigi. Mentre altre 1236 tonnellate continueranno ad essere tenute in deposito a New York e altre (più ragionevolmente) 432 tonnellate a Londra.

Nell’estate del 2013 la Bundesbank ha iniziato con un primo trasporto a Francoforte di 5 tonnellate d’ oro e poi ha subito fermato i trasporti. Col senno di poi, una spiegazione plausibile a questo insolito comportamento potrebbe essere un programma di rimpatrio segreto dalla banca centrale olandese, reso pubblico solo quando si è concluso nel 2014. A quanto pare, è venuto fuori che gli olandesi hanno detto qualcosa del genere: “Se si concede ai tedeschi di riprendersi il loro oro, anche noi vogliamo riavere il nostro”. Questo ha creato la minaccia che sempre più paesi avrebbero usato il precedente della clemenza concessa dalla FED ai tedeschi per chiedere di rientrare in possesso del proprio oro. Tutti i prelievi furono bloccati fino a quando non fosse stato pronto un piano di comportamento valido per tutti, in modo che nessuno avrebbe potuto riprendersi troppo oro. A giudicare da quello che hanno fatto tedeschi e olandesi, lo schema sembra essere che gli Stati Uniti consentiranno alle banche centrali di far rimpatriare da New York tanto oro da consentire che solo la metà ne torni a casa.

Sistemata questa regola, gli olandesi sono stati i primi a poter ritirare il loro allotment e hanno finito nell’estate del 2014. La Bundesbank è riuscita a ritirare 85 tonnellate nello stesso anno. Nel 2015 un’altra istituzione – ancora sconosciuta – oltre alla Bundesbank ritirò altre 30 tonnellate d’oro, poi la Bundesbank ritirò altre 99 tonnellate. Nel 2016, infine, la Bundesbank fu l’unica a ritirare oro da New York. Questo potrebbe spiegare perché la FED sia stata più disponibile di quanto aveva previsto la Bundesbank nel distribuire le ultime 111 tonnellate del loro allotment di 300-tonnellate.

Un messaggio nascosto

Quando la Bundesbank annunciò il suo progetto su dove e quanto oro voleva far rientrare in patria, fu tanto abile da renderlo come un messaggio al popolo ed ai politici tedeschi, dichiarando che avrebbe fatto tornare sotto il proprio controllo una parte dell’oro che si trovava a New York e che metà dell’oro-ufficiale tedesco sarebbe rimasta in Germania. Questo, tuttavia, non era il messaggio principale.

Il messaggio principale aveva  come destinatari New York e Washington e consisteva nella promessa che in cambio di 300 tonnellate d’oro, ne avrebbe lasciate quattro volte tante a New York e che la DB avrebbe smesso per sempre di dare fastidio con questa storia. Questa è la mia lettura in base a quella che mi sembra che sia una normale prassi diplomatica e il gergo che si usa in questi affari. Questo modo di leggere è sostenuto dal fatto che la Corte dei Conti, di solito molto critica, è rimasta completamente in silenzio quando la Bundesbank ha annunciato il nuovo piano sulla custodia dell’oro. Questo non è quello che ci si sarebbe aspettati. Nessuna delle preoccupazioni dei revisori dei conti è stata affrontata in modo significativo.

La Bundesbank può anche smettere di controllare o di contare l’oro dei tedeschi, ma rimangono ancora i termini e le condizioni della FED di New York, che dicono che su quell’oro non c’è nessuna garanzia. Così se dovesse risultare che l’oro è stato rubato in qualche modo misterioso,  sarebbe solo un caso sfortunato. Nessuno degli altri problemi è stato risolto e non esiste nessuna ragione convincente per cui dovrebbe essere nell’interesse della Germania il mantenere una gran parte del suo oro, al di fuori del suo diretto controllo. Il fatto che un quinto dell’oro che era conservato a New York in condizioni assolutamente sfavorevoli sia stato recuperato, non dovrebbe essere una ragione abbastanza convincente per i revisori dei conti per restarsene in assoluto silenzio. Dopo tutto, avevano chiaramente detto che il modo in cui il tesoro nazionale tedesco è conservato è contro la legge.

I semi del dubbio

L’ insolito comportamento della Bundesbank durante le delocalizzazioni non ha fatto nulla per allontanare il sospetto che qualcosa con quell’oro non stava funzionando. 55 delle 90 tonnellate dell’oro recuperate nel 2013 e 2014 furono fuse, distruggendo così tutte le prove su qualsiasi cosa che poteva non andar bene, come per esempio se una parte dell’oro fosse stata inferiore al “coin-oro”. La Bundesbank ha annunciato che i suoi periti avevano controllato e confermato che tutto era come avrebbe dovuto essere, ma si è ostinatamente rifiutata a fare i nomi dei periti. Non ha nemmeno detto il nome dell’istituzione a cui gli esperti apparentemente appartenevano. Quelli della Bundesbank hanno intenzionalmente distrutto tutte le prove ed in cambio hanno preteso di essere creduti sulla parola.

Comunque, anche se fossero le persone più oneste della terra, la loro parola non varrebbe nemmeno un centesimo in queste circostanze, perché se qualcosa non fosse andata bene, sarebbe stato del tutto irresponsabile, da parte loro, ammetterlo. Un tale ammissione avrebbe distrutto completamente la fiducia nella FED di New York e per estensione la fiducia sul dollaro e sul sistema finanziario mondiale dollaro-centrico. Prima di sganciare una bomba come questa, mentirebbero altre dieci volte se necessario. Tuttavia, se tutto fosse stato in ordine, sarebbe stato estremamente facile provarlo, prima di tutto, non fondendo subito l’oro – come è stato fatto – e poi mostrandolo in presenza di rappresentanti accreditati di istituzioni rispettabili, con nomi e firme di presa in consegna.

Dovendo dare una spiegazione razionale per le più di 1200 tonnellate di oro tedesco conservate a New York, la Bundesbank cominciò con il dire che è conveniente averlo presso la FED , perché molti altri paesi fanno lo stesso. In questo modo, non si dovrebbe mandare l’oro in giro, in caso di vendita a qualche altro paese, basta riassegnarlo all’interno dello stesso edificio della FED. Ma questo non ha nessun senso. Prima di tutto, la quantità di oro è troppa per fare queste cose, dato che questo tipo di operazioni non si fanno più da decenni. L’unica situazione in cui sarebbe necessario farlo rapidamente e in grandi quantità sarebbe quando la moneta-sistema-basata-sul-dollaro crollasse e tutti i paesi dovessero fare i loro pagamenti di nuovo in oro.

Se poteessimo veramente scegliere di custodire il nostro oro in casa del paese del dollaro, andremmo a scegliere un paese che – guarda caso – è anche il paese più potente del mondo? Ricordiamoci che nel 1971 gli Stati Uniti già defraudarono noi e molti altri paesi di molte tonnellate di oro. Gli Stati Uniti pagavano le loro importazioni con pezzi di carta sulla promessa che questi pezzi di carta erano buoni come l’oro e che sarebbero stati scambiati per oro a un tasso fisso su richiesta.

Nel 1971 Nixon disse fottetevi , potete tenervi tutti quei pezzi di carta e noi ci terremo tutte le vostre merci e anche l’oro. Siamo rimasti amici comunque. Abbiamo dovuto rimanere amici.

L’Austria mantiene una larga fetta del suo oro a Zurigo, che è un importante centro commerciale dell’oro. La Bundesbank non conserva niente in quel paese, anche se avrebbe molto più senso di New York. E si trova nelle vicinanze. La Svizzera è un paese piccolo, neutrale senza un esercito serio. Difficilmente si rifiuterebbe di riconsegnare l’oro a richiesta.

L’oro è denaro, basato sulla proprietà fisica, non sulla fiducia sulla volontà e sulla capacità di qualcun altro di onorare le sue promesse. Se possediamo l’oro, ma non possiamo averlo sotto il nostro controllo, è quasi inutile possederlo. Se volessimo tenere in mano un bel pezzo di carta che dice che quello stesso pezzo di carta è scambiabile con oro, se veramente-veramente lo volessimo, allora questo pezzo di carta potrebbero potrebbe anche essere scambiato con un qualsiasi altro tesoro indicato sul quel pezzo di carta.

Il Potere dell’Oro

E’ di fondamentale importanza per gli Stati Uniti disporre di una gran parte delle riserve auree ufficiali del mondo e mantenerle sotto il loro controllo. Lo status del dollaro come valuta mondiale permette agli Stati Uniti di acquistare azioni, imprese, materie prime e quant’altro da tutto il mondo, con pezzi dei carta che possono stamparsi da soli. Permette loro di costringere le banche e le società di altri paesi a rispettare la legge degli Stati Uniti. Una moneta sostenuta da una riserva aurea potrebbe diventare una seria minaccia per l’ estremamente prezioso predominio del dollaro, specialmente in questi giorni, quando le tipografie che stampano dollari stanno funzionando a pieno regime.

Sapendo questo, gli Stati Uniti nel 1978 per mezzo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) vietarono ai suoi paesi membri di dare alle loro monete un esplicito valore in oro . Tuttavia, il FMI non ha un proprio esercito. Se un paese avesse abbandonato il Fondo Monetario Internazionale e lo avesse fatto in ogni caso, il FMI non poteva fare niente.

Ma gli Stati Uniti si. Non sarebbe stato difficile in una situazione del genere puntare il dito su qualche regola infranta o su qualche ingiustizia o sulla pericolosità per il sistema-della-finanza-mondiale di una qualche valuta concorrente che insistesse nel collegare una moneta al suo controvalore in oro. Questo toglierebbe agli USA il pretesto di mantenere tutto l’oro sotto il loro controllo. Questo è il motivo delle lotte su dove deve essere depositato l’oro-ufficiale. Il suo valore monetario in confronto è praticamente irrilevante.

di Norbert Haring

Fonte : http://norberthaering.de

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario