Faida De Benedetti: grandi manovre su La Repubblica, La Stampa e L’Espresso

Il mercato ritiene aperta la fase di passaggio per il controllo del gruppo editoriale, che continua a perdere copie e fatturato.

CDB è tornato da qualche ora in auge, prima mossa dopo aver  sostenuto a La7 dalla Gruber che non avrebbe votato per il Conte bis e che avrebbe preferito nuove elezioni.

Carlo de Benedetti: “Non avrei votato la fiducia al governo”

In queste ore, come abbiamo già documentato, l’Ingegnere fa parlare di sè nel mondo dell’editoria. Perfino il Financial Times scrive in prima pagina:

Family feud at La Repubblica owner bursts into the open

Carlo De Benedetti seeks to buy a stake in the newspaper publisher he founded

Insomma la faida in famiglia De Benedetti infiamma Piazza Affari e le piazze estere.

All’indomani della discesa in campo del patriarca Carlo De Benedetti pronto a riprendere le redini di GEDI e quindi a sfilare ai figli, tra l’altro, il controllo di testate come la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e L’Espresso, il gruppo editore fa scintille in Borsa.

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GEDI, che da gennaio ha perso un terzo del suo valore, chiude la seduta in rialzo del 15,8% a 0,293 euro, dopo essere stata sospesa al rialzo. Un evidente segnale che il mercato ritiene aperte le grandi manovre attorno al passaggio di controllo del gruppo editoriale.

Poco mosse invece le due finanziarie dei De Benedetti: Cir, cui fa capo il 43,7% dell’editore, termina la seduta a 0,94 euro (+0,5%), mentre Cofide che, a sua volta, controlla il 56,5% di Cir, a 0,45 euro (+0,4%).

Quanto vale veramente il gruppo editoriale GEDI?

Nei salotti si cerca intanto di interpretare la mossa dell’Ingegnere che, a sorpresa, ha messo sul piatto circa 38 milioni per il 29,9% del gruppo con un’offerta a 0,25 euro in contanti per azione, il prezzo di chiusura di giovedì, equivalente al minimo storico del titolo.

Un’offerta non proprio irresistibile che oltre a non passare dal mercato è stata lanciata a una valutazione inferiore rispetto agli obiettivi individuati dai broker (GEDI per Mediobanca vale 0,55 euro per azione, per Banca Imi almeno 0,42 euro, per Equita 0,38). Nessuno stupore quindi per la risposta di Cir che ha ritenuto l’offerta «manifestamente irricevibile in quanto del tutto inadeguata».

Obiettivo dell’Ingegnere: ostacolare la cessione di Repubblica a terzi

In questo scenario non manca chi legge la mossa dell’Ingegnere come un tentativo di far venire allo scoperto eventuali negoziazioni in corso e, in ultimo, ostacolare la cessione di Repubblica a terzi. E, in effetti, l’imprenditore ha rinfacciato al figlio Rodolfo di aver intrapreso qualche mese fa trattatve per la vendita di GEDI a Flavio Cattaneo e al fondo Peninsula (secondo indiscrezioni, pronti a mettere sul piatto 0,37 euro per azione) e di essere concentrato «esclusivamente sulla ricerca di un compratore senza «competenza né passione» per l’editoria.

In passato, infatti, si era parlato sul mercato anche di un interesse di Vivendi e di Iliad. Dal botta e risposta si sono tirati fuori sia gli Agnelli (5,9% del capitale di GEDI) sia Carlo Perrone (5%).

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2 commenti

  1.   

    caro PETER  IL TITOLO HA FATTO OGGI PIù 15   ed era ai minimi di sempre. e tu ti chiedi  del perchè abbia fatto una offerta di acquisto che pure i suoi figli hanno rifiutato.hjma cosa vuoi sperare dalla famosa tessera numero 1 del PD ex pds ex ds ex pci 

  2.   

    De Benedetti, un nome una garanzia!
    Da lui non comprerei nemmeno un orsacchiotto di peluche, certo che l’ha sottratto a qualche povera bambina.
    I suoi titoli  CDB web, la trasformazione dei titoli risparmio Cir in ordinari, dopo che la famiglia se li era comperati tutti sul mercato, ecc. ecc. ed ancora eccetera.
    Mi domando: ma perchè non passa i pochi giorni che gli rimangono andando in giro per il mondo?
    Con buona pace degli investitori.