Wall Street a picco, pesa outlook Fed. Dow Jones perde 1800 punti (-6,9%)

Anche l'azionario europeo in netto calo: gli investitori reagiscono alla conclusione dell'ultima riunione del FOMC della Federal Reserve. Trump: "la Fed sbaglia molto spesso. Avremo un ottimo terzo trimestre".

(WSC) NEW YORK – Wall Street ha chiuso in forte ribasso, come reazione agli avvertimenti della Federal Reserve sui molti dubbi che ci possa essere una rapida ripresa del paese dalla pandemia di coronavirus.

Il Dow Jones Industrial Average ha terminato in calo -6,9% perdendo 1.861,82 punti, a quota 25.128,17. L’S&P 500 ha perso 188,04 punti, il 5,89%, a quota 3.002,10. Il Nasdaq e’ arretrato di 527.62 punti, -5,27%, a quota 9.492,73. L’indice Hi-Tech aveva chiuso su nuovi massimi per tre sedute di fila e ieri aveva superato quota 10.000 punti per la prima volta.

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L’euro perde -0.72% rispetto al biglietto verde, a 1,1292 dollari, il primo ridimensionamento dopo molti giorni di crescita.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha criticato la banca centrale americana, affermando che “la Fed sbaglia molto spesso. Avremo un ottimo terzo trimestre, un ottimo quarto trimestre e uno dei nostri migliori anni di sempre nel 2021. Presto avremo anche un vaccino, terapie e cure. È la mia opinione”.

Wall Street ha chiuso la seduta di giovedì 11 giugno sui minimi di giornata con gli indici che hanno fatto segnare la peggiore perdita giornaliera dallo scorso 18 marzo.

Gli investitori sembrano avere dei dubbi sull’entità e velocità della ripresa dell’economia dopo che mercoledì la Federal Reserve ha fornito un outlook prudente e ha anche previsto di tenere bassi i tassi di interesse fino alla fine del 2022. Ma pesano soprattutto i timori per una seconda ondata di contagi di Covid19 dopo l’aumento di casi di contagio in alcuni Stati.

Sul fronte macroeconomico, oltre 1,54 milioni di americani hanno fatto richiesta per i sussidi disoccupazione la scorsa settimana mentre l’indice dei prezzi alla produzione a maggio è salito a sorpresa dello 0,4%. Il petrolio ha risentito delle preoccupazioni per la ripresa dopo l’aumento a sorpresa delle riserve americane annunciato ieri.

Il contratto Wti a luglio ha ceduto 3,26 dollari, l’8,2%, a $36,34 al barile.

Wall Street continua quindi a risentire delle previsioni pessimistiche formulate dalla Fed, che ha smorzato gli entusiasmi per una veloce ripresa dell’economia. In aggiunta, il Presidente Powell non ha fatto cenno a nuovi strumenti di politica monetaria come si sperava.

Sul fronte macro, il dato dei prezzi alla produzione è risultato migliore delle attese, così come quello sulle richieste di sussidio alla disoccupazione, che sono scese nell’ultima settimana, ma non hanno fornito un gran supporto al mercato.

In questa giornata nera per la Borsa di New York, nessuna Blue Chip mette a segno una buona performance.

A metà seduta tra i titoli peggiori, American Airlines, che segnava -10,99%, seguita da Boeing, con 9,31%. In caduta libera anche il portale di viaggi Tripadvisor, che affonda del 7,02%. Pesanti Bed Bath & Beyond, con -6,84 punti percentuali e Marriott International (-6,66%).

Sell su Exxon Mobil, che soffre un decremento del 5,61%, Caterpillar, in ribasso del 5,43% e Raytheon Technologies, con -5,42%.

Tra i titoli in positivo del Nasdaq 100, Moderna (+6,70%) grazie alle ricerche di un vaccino per il Covid19, Viacom (+3,24%), Regeneron Pharmaceuticals (+0,90%) e  nel comparto videogiochi Electronic Arts (+0,63%).

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I futures sul Dow Jones nel preborsa sono in calo -666 punti, un ribasso superiore al  2.0%, mentre i futures sul Nasdaq 100 perdono -1,64% e i contratti sullo S&P 500 scendono -2.14%.

I mercati europei sono in forte calo, alla luce della conclusione dell’ultima riunione ieri di politica monetaria del FOMC, il braccio operativo della Federal Reserve. I sell di sono concretizzati immediatamente in apertura di tutte le borse, da Francoforte a Milano.

I governatori riuniti a Washington hanno votato all’unanimità per mantenere invariato il tasso di interesse di riferimento della banca centrale degli Stati Uniti, mentre i tassi di riferimento in proiezione rimarranno vicini allo zero fino al 2022.

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L’economia americana deve affrontare “rischi considerevoli” a medio termine, ha osservato la Fed nel suo comunicato.

L’euro è sceso dello 0,37% rispetto al dollaro, a 1,1332, mentre la sterlina è scesa dello 0,68% rispetto al biglietto verde da 1,26607.

Partenza quindi molto difficile per le Borse europee, che si allineano alla chiusura pesante di quelle asiatiche sui rinnovati timori non solo per le l’outlook della Fed ma anche per l’avanzata del coronavirus negli Stati Uniti e in America Latina, e ovviamente per i devastanti effetti sull’economia.

A Francoforte l’indice Dax ha avviato le contrattazioni in calo del -2,45% a 12.223 punti, a Londra il Ftse 100 cede il 2,32% a 6.182 punti mentre a Parigi il Cac 40 perde il 2,52% a 4.925 punti.

Milano, un trader: “si realizza dopo il rally”

Avvio pesante a Piazza Affari, e più in generale sui mercati europei, penalizzati dalle cupe prospettive economiche delineate ieri sera dalla Federal Reserve, che come nelle attese ha lasciato i tassi invariati, con la prospettiva che resteranno vicini allo zero almeno fino al 2022.

“I mercati sono dubbiosi su come procedere e, quindi, si realizza dopo il rally delle ultime sedute anche a seguito della decisione della Fed da cui non sono emerse novità. Direi che si tratta di vendite da book vuoti”, osserva un trader.

La Fed ha promesso il proprio supporto per i prossimi anni all’economia sconvolta dagli effetti della pandemia e ha aggiunto che manterrà gli acquisti di bond come minimo agli attuali livelli.

Lo spread di rendimento fra titoli di Stato decennali italiani e tedeschi si allarga intorno ai 189 punti base mentre, sul fronte delle materie prime, il Brent è in calo poco sopra i 40 dollari al barile.

Molto male le banche, penalizzate anche dall’incremento dello spread che pesa sui portafogli degli istituti di credito. In particolare, Intesa Sanpaolo e Ubi Banca cedono rispettivamente il 3,4% e il 3,5%.

In un’intervista il presidente di Banca Imi Gaetano Micciché ha detto che Intesa è fiduciosa di potere superare le criticità sollevate dall’Antitrust sull’Ops su Ubi Banca e che non ha intenzione di apportare alcuna modifica all’offerta.

Secondo indiscrezioni di stampa, Intesa potrebbe trasferire ulteriori 50-100 filiali a Bper che perde il 2,1%, già pesantemente colpita ieri, perché questa ipotesi potrebbe comportare un maggiore esborso da parte di Bper rispetto a quanto stimato fino a oggi.

In ribasso anche Unicredit (-3,5%), Mediobanca (-2,7%). Giù anche il risparmio gestito con Banca Mediolanum in calo del 3,2% e Azimut del 2%.

Fca -4,6%, indagine antitrust fusione Psa

Non c’è pace per il titolo Fca in flessione anche oggi con un -4,6%. Secondo quanto riferito da alcune fonti, Fiat Chrysler e Peugeot Psa si trovano ad affrontare una lunga indagine antitrust della Ue dopo aver rifiutato di offrire concessioni per dissipare le preoccupazioni sulla loro prevista fusione da 50 miliardi di dollari.

Prosegue il flusso di vendite su Autogrill, presa di mira anche oggi con un calo del 3,9%. Da inizio anno il titolo cede il 44% circa, sensibile ai dati sul traffico autostradale e aeroportuale non solo in Italia per il recupero dei ricavi post lockdown.

Giù anche Atlantia (-4,2%): ieri l’annuncio che il traffico sulla rete autostradale nella scorsa settimana è sceso del 30,4% su base annuale, mentre quello passeggeri su Aeroporti di Roma del 95,5%.

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