Apple va contro Netflix? Tv streaming, un business da $10 miliardi l’anno

Un servizio in abbonamento con film e serie tv da guardare tramite internet, raggiungerebbe i 100 milioni di abbonati entro il 2024.

Se Apple lanciasse un servizio in abbonamento simile a Netflix, con film e serie tv da guardare in streaming via internet, raggiungerebbe i 100 milioni di abbonati entro cinque anni al massimo, arrivando a incassare fino a 10 miliardi di dollari all’anno. E’ quanto prevedono due analisti di Wedbush in merito al nuovo servizio che – secondo indiscrezioni – Apple dovrebbe annunciare nel corso di un evento per la stampa in programma il 25 marzo.

Cento milioni di abbonati sono una cifra “realistica”, scrivono gli analisti Daniel Ives e Strecker Backe in una nota.

Vista l’ampia base di utenti su cui Apple può contare, nonché “una fedeltà senza pari al marchio”, per gli esperti i 100 milioni di abbonati al servizio di tv in streaming sono “un obiettivo realistico nel medio termine (3-5 anni), che potrebbe tradursi in 7-10 miliardi di dollari di entrate annuali”.

Apple nei giorni scorsi ha convocato la stampa per un evento che si terrà il 25 marzo allo Steve Jobs Theater, l’auditorium dell’Apple Park a Cupertino (California) alle 10 del mattino ora locale (le ore 18 in Italia). L’attesa è per due servizi in abbonamento: oltre a quello sui contenuti audiovisivi, dovrebbe essere presentato anche un servizio dedicato all’informazione, con una sezione a pagamento di Apple News.

Tra l’altro ultimamente Apple è sotto i fari accusata da Spotify di concorrenza sleale. Secondo Spotify, Apple orchestrerebbe i meccanismi del suo Store per favorire la propria applicazione sia per ricerca e contatti con i propri utenti sia per la commissione del 30% da corrispondere quando un utente iPhone da gratuito diventa premium, cioè sottoscrive un abbonamento da 9,99 euro al mese (pagando in più rispetto ad un utente non avente Iphone che scarica l’app di Spotify).

Spotify e Apple Music fanno la stessa cosa. Sì, certo, con le dovute e profonde differenze. La prima ha una versione cosiddetta freemium, la seconda no. Impostazioni, logiche e dettagli diversi. Cifre per il momento diverse: 93 milioni di utenti paganti per l’app di Daniel Ek con 203 milioni in totale, oltre 50 per quella di Cupertino. Ma nella sostanza sono entrambe piattaforme per ascoltare musica in streaming. La prima esistE dal 2008 e la seconda dal 2015. Ma è anche vero che la seconda sia la creatura del colosso attraverso il quale transita anche la prima, almeno per quanto riguarda la fetta di utenza degli iPhone. Un collo di bottiglia che ha condotto il gruppo anglosvedese a presentare un esposto all’Unione europea per concorrenza sleale.

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