Once Upon a Time in Londongrad

Serie TV: un documentario di cronaca nera analizza 14 morti londinesi che puntano il dito contro Vladimir Putin. L'ipocrisia del governo inglese verso i soldi russi ha creato un sistema torbido che minaccia lo stesso stato di diritto.

(WSC) LONDRA – C’è un’immagine ricorrente in Once Upon a Time in Londongrad (Sky Documentaries/Now): un’inquadratura scattata nel 2014 nel centro di Londra, all’esterno di un vecchio blocco di appartamenti di una zona serena e costosa, incastonato tra le ambasciate svedese e svizzera. Una parte della bella ringhiera in ferro che separava la proprietà dal marciapiede è scomparsa, sostituita da una massa sgargiante di nastro adesivo giallo della polizia applicato con noncuranza.

La ringhiera è stata rimossa perché lo speculatore immobiliare britannico Scot Young un bel giorno è caduto dalla finestra del quarto piano rimanendo impalato. Heidi Blake e il suo team di giornalisti di BuzzFeed indagano su questa morte, che ha portato ad una nomination al Pulitzer, al libro di Blake From Russia With Blood e ora a questa serie tv di sei puntate.

Non che abbia molta importanza quando ogni puntata dura mezz’ora e l’intera serie è disponibile come cofanetto in streaming, ma Once Upon a Time in Londongrad si prende tutto il tempo necessario per mostrare di che materiale è fatta.

Il primo episodio ci fa conoscere Young, un’energica macchina da soldi che, inseguendo profitti sempre più alti, ha finito per spostare fondi per conto di magnati russi. Il secondo episodio ci racconta da dove provengono alcuni di questi russi, delineando come la caduta dell’Unione Sovietica abbia creato una nuova ondata di miliardari quando i beni pubblici sono stati venduti, per una frazione del loro valore, a chi aveva più sostanze.

Poi Vladimir Putin si è rivelato non essere il debole tirapiedi che gli oligarchi avevano sperato, sono stati fatti dei piani di fuga e pezzi di denaro sporco sono atterrati nella città dove era meno probabile che venissero fatte domande: Londra. L’esule più carismatico è stato Boris Berezovsky, il cui complotto contro Putin ha incluso un tentativo sfacciato di investire anonimamente in un progetto immobiliare a Mosca, facendo passare la sua quota attraverso uno dei principali investitori del progetto, appunto Scot Young.

Do these marks on a building ledge prove tycoon Scot Young’s was clinging on for his life? Unseen images of mysterious death plunge scene revealed as it is claimed he sought mob protection and may have been killed by a PUTIN hit squad.

Ah, quindi è un documentario sul perché Young è morto e Berezovsky è la risposta? Più o meno. Berezovsky si uccide nella sua casa di Surrey nel 2013, riportando una costola rotta e una ferita alla testa. Poi, a circa metà di Once Upon a Time in Londongrad, arriva la vera storia. BuzzFeed individua non una, non due, ma ben 14 morti sul suolo britannico tra il 2003 e il 2016 di individui che potrebbero aver irritato il regime di Putin. Due cadono davanti ai treni della metropolitana; uno muore in un incidente in elicottero. Un uomo di 40 anni si accascia mentre fa jogging. Un altro si accoltella da solo più volte con due coltelli. Nel 2010, l’analista dell’MI6 Gareth Williams viene trovato stipato in una borsa chiusa con una zip e un lucchetto e messo nella vasca da bagno del suo appartamento di Pimlico.

In tutti i casi, il verdetto ufficiale è suicidio o cause naturali e, nelle dichiarazioni rilasciate ai produttori del programma dalla polizia e dal governo britannico, viene ribadito che non è stata trovata alcuna prova diretta del coinvolgimento russo. Eppure BuzzFeed scopre ripetutamente casi di prove mancanti, perse o trattenute, o di indagini di base apparentemente non svolte. Se questi elementi sono incompetenze o coincidenze, sono incompetenze o coincidenze che puntano sempre verso il fatto che non c’è nulla da vedere. Non è necessario avere una mentalità paranoica per sentirsi come Jack Nicholson in Chinatown, osservando impotenti un sistema losco e maligno al lavoro.

Solo alla fine della serie, Once Upon a Time in Londongrad affronta esplicitamente il problema centrale: permettere che Londra diventi un torbido serbatoio di denaro russo può comportare una riluttanza ad agire su qualsiasi ricaduta sconveniente, e questa debolezza di governance minaccia seriamente sia lo stato di diritto che l’integrità democratica del Regno Unito.

Tale questione più ampia è tuttavia sufficientemente accennata dalla storia specifica dei 14 morti. I giovani e curiosi giornalisti di BuzzFeed sono i personaggi dominanti e se, a volte, Once Upon a Time in Londongrad è solo una serie di persone che hanno scritto degli articoli che raccontano cosa c’era dietro, non è una cosa negativa quando il contenuto è una tale palla di fuoco nello stile true-crime/conspiracy.

Dato lo status di BuzzFeed, che si è convertito al giornalismo d’inchiesta dopo essersi precedentemente specializzato in meme per ventenni annoiati, c’è del pepe in più nel modo in cui uno dei membri del team, Tom Warren, non parla letteralmente con la formalità accurata che ci si aspetta in questo genere, capite? Ma ciò che dice è comunque profondamente importante.

Sulla scia degli avvelenamenti di Salisbury, che erano troppo evidentemente un’operazione russa per essere ignorati, Young e gli altri sono stati inclusi nel rapporto sulla Russia della commissione parlamentare per l’intelligence e la sicurezza nel 2020… ma le sezioni pertinenti sono state pesantemente ridotte. La controversia è diventata solo un blip, una fessura in una ringhiera che può essere facilmente superata. Questa serie tv ci tira per la manica e ci chiede di guardare di nuovo.

 

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