Privacy, una maschera per essere invisibili ai sistemi di sorveglianza

La felpa col cappuccio non è più sufficiente per nascondersi agli occhi onnipresenti delle telecamere. Indossare maschere o truccarsi per rimanere anonimi in pubblico sta diventando una moda.

Durante l’ultima settimana della Moda a Londra, un team di designer e artisti ha attirato l’attenzione del pubblico e della critica con delle creazioni molto originali. Una serie di maschere e trucchi pensati appositamente per garantire la privacy anche in pubblico e difendersi dalla sorveglianza sempre piủ soffocante delle videocamere.

Nel tentativo di ingannare le telecamere di riconoscimento facciale, Emily Roderick, 23 anni, e i suoi colleghi del “Dazzle Club” hanno fatto una sfilata informale per le strade della capitale inglese con strisce rosse, blue e nere dipinte in faccia.

Il gruppo di artisti ha continuato il percorso in camuffa – in un atto pacifico di protesta contro le misure che secondo loro violano la privacy dei cittadini – fino a King’s Cross.

L’esperimento è riuscito e pare che le telecamere siano andate in confusione. “Ci stiamo nascondendo anche se siamo in bella vista”, ha raccontato a Thomson Reuters Foundation Emily Roderick, spiegando qual è il suo segreto.

È risaputo – ha spiegato la donna – che i colori più luminosi e le ombre scure del trucco compromettono la capacità della telecamera di riconoscere in modo accurato i visi delle persone inquadrate.

Da atto anticonformista a fenomeno mainstream

La felpa con il cappuccio non è più sufficiente per nascondersi dagli occhi onnipresenti delle telecamere. E negli ultimi anni si sono affinate le tecniche dei computer e questi ultimi sono diventati delle macchine quasi infallibili nell’identificazione delle persone. Le applicazioni per il riconoscimento facciale sono ormai una miriade e sono in grado di scovare criminali in fuga.

I gruppi di attivisti e le organizzazioni a tutela della privacy sono preoccupate che la presenza di telecamere dovunque violi i diritti di base dei cittadini e che se si continua di questo passo ci troveremo tutti a vivere in un mondo distopico come quello descritto da George Orwell nel “Grande Fratello”.

Ecco allora che alterare il viso delle persone per trarre in inganno i sistemi di riconoscimento facciale è diventato di moda, con artisti e designer in tutto il mondo che si stanno adoperando per offrire le soluzioni migliori e più originali per “nascondere” i propri connotati.

Che sia con occhiali da sole o con delle maschere, sono numerosi i metodi con cui si può passare inosservati senza violare la legge. Inseguire l’anonimato in un mondo popolato da telefonini con telecamere (che alimentano fenomeni di protagonismo eccessivo in cui i ragazzini fanno di tutto per ottenere 5 minuti di celebrità) si sta trasformando da un atto anticonformista a qualcosa di più mainstream.

Ne ha parlato con Thomson Reuters Foundation Roderick Henry Navarro Delgado, professore di moda e arte presso l’Università canadese di Ryerson. “C’è sempre stato qualcosa di sovversivo nell’abbigliamento di strada e una delle nuove aree di sovversione è proprio la sorveglianza e in particolare il riconoscimento facciale”.

A Hong Kong, per esempio, (dove sono in corso da mesi proteste di massa contro un disegno di legge per poter processare in Cina sospetti criminali) c’è chi ha indossato maschere o si è vestito tutto di nero per evitare di essere riconosciuto dai sistemi di sorveglianza.

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