Internet compie 30 anni: allarme di Berners-Lee, futuro distopico

Il fondatore del World Wide Web "molto preoccupato per la cattiveria e la disinformazione" diffuse oggi online.  Ci vogliono rimedi urgenti.

In un’intervista con la BBC  in occasione del trentesimo anniversario dalla fondazione del web, Sir Tim Berners-Lee, ha dichiarato di essere “molto preoccupato per la cattiveria e la disinformazione” diffuse oggi online. Sir Timothy John Berners-Lee noto anche com TimBL (Londra, 8 giugno 1955) è un informatico britannico, insignito del premio Turing 2016, co-inventore insieme a Robert Cailliau del World Wide Web, quello che oggi normalmente chiamiamo internet.

Lo scienziato britannico ritiene che, sulla scia dello scandalo Cambridge Analytica dello scorso anno, gli utenti del web stiano cercando di capire meglio i rischi che corrono e che è venuto il momento di affrontare tali problemi.

In una lettera aperta sul sito della sua World Wide Web Foundation, Berners-Lee afferma che Internet aveva “dato voce a gruppi emarginati” e “rendeva la nostra vita quotidiana più facile”, ma che ciò era accaduto ad un costo, ovvero dare l’opportunità a truffatori e imbroglioni e fornire una piattaforma “a coloro che diffondono l’odio”.

Il fondatore del web delinea tre principali “fonti di disfunzione” che causano abitualmente problemi. La prima è quella definita atto “intenzionale e malevolo”, compresi gli attacchi di hackers online e di “hacking” finanziati dagli stati.

Berners-Lee cita, come secondo fattore, il “design di un sistema che crea incentivi perversi”, in cui gli utenti sono incoraggiati a cliccare su articoli  la cui funzione è far girare annuci pubblicitari” con titoli “clickbait”, che hanno il solo scopo di far fare un click con parole sensazionali che attirano l’utente (che abbocca/bait).

La terza categoria riguarda “le conseguenze negative non intenzionali di questa architettura, come il tono indignato, la  polarizzazione delle opinoni e la bassa qualità del discorso online”.

Sir Tim Berners-Lee chiede quindi un’azione globale, sostenendo che “i governi devono approvare leggi e regolamenti adatti all’era digitale“.

“Devono garantire che i mercati rimangano competitivi, innovativi e aperti. E hanno la responsabilità di proteggere i diritti e le libertà delle persone online”, dice Berners-Lee.

Lo scienziato chiede inoltre che le compagnie hi-tech collaborino in questo sforzo ed assicurino che la “ricerca del profitto a breve termine” non vada a scapito di “diritti umani, democrazia, scienza o sicurezza pubblica”. In un’intervista alla BBC, ha concluso:  “Il web è per tutti, e collettivamente abbiamo il potere di cambiarlo. Non sarà facile“. “Ma se sogniamo un po ‘e lavoriamo molto, possiamo ottenere il web che vogliamo”.

 

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